martedì, giugno 02, 2009

[Inquietudini] Metafore esistenziali

Come ben sapete ho due grandissimi ispiratori letterari, di cui ho letto tutte le saghe.
Uno è Lansdale, i suoi libri sono classici del rubbish pulp splatter truculento.
L’altra è Sophie  Kinsella, i suoi libri sono classici dei chicklit, con i suoi I Love Shopping, allegri divertenti e sciocchini.
Insomma il Diavolo e L’acqua santa. Il Bene e il Male. Titti e Silvestro (??).

Parlando di Sophia Kinsella, è stata per parecchio tempo una delle mie scrittrici preferite. Purtroppo ora ha perso un po’ la verve di un tempo.
Devo ammettere ad onore del vero che qualche volta le ho pure rubato qualche battuta, che hanno sempre fatto abbastanza ridere (grazie Sophie, sono in debito di una battuta).Una diceva pressappoco che i ragazzi dovrebbero girare con delle specie di cartellini, come quelli dei vestiti, con scritto se erano gay o etero e soprattutto se erano liberi o meno.

Ecco, ma nel caso si trovasse facilmente questo benedetto cartellino e ci fosse scritto “occupato”, come il WC della stazione (scusate, questo è un refuso Lansdaliano), che si deve fare? 
Si ripone la mercanzia nell’espositore e si esce dal negozio, facendo finta di niente?  O la si prova lo stesso?
Io ho sempre riposto tutto nell’espositore per rispetto della legittima proprietaria, ma se per stavolta volessi essere sgridata dal commesso?  “signorina che fa, non è suo e non è nemmeno della sua taglia”.
Che si fa? Si fanno orecchie da mercante? Si fugge dal negozio sperando di non essere beccati?
Questo la Kinsella non me l’ha detto. E sinceramente…non lo so!!!

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