Diceva primo Levi:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Ma considerate invece se questi sono uomini.
Uomini che si nascondono dietro al gruppo, dietro a una divisa, dietro a difese d’ufficio ridicole “E’ caduto dalle scale” “è drogato prima o poi sarebbe morto”, dietro ai deliri di uomini di stato (Giovanardi e LaRussa) che purtroppo li difendono.
Uomini che hanno picchiato selvaggiamente e codardamente un ragazzo debole di 43 kg con alle spalle un mucchio di problemi portandolo alla morte, uomini che calpestano i diritti quando il loro ruolo sarebbe invece di tutelarli.
Non so se “pietà” sia la parola giusta, ha sempre quel retrogusto ambivalente di “pena”, di distacco freddo da una realtà da compiangere o biasimare.
Quindi parlo di rispetto, di solidarietà, di umana comprensione, di quel minimo di intelligenza che dovrebbe distinguerci dalle bestie.
Condizioni minime e necessarie per elevarci dalle barbarie che sono state commesse e che dovremmo sempre ricordare.
Ecco dove erano queste belle parole mentre Cucchi veniva assassinato in una prigione di Stato? Dove era quel briciolo di coscienza, di empatia?
E dov’era l’Uomo e dov’era la Bestia?
Nessun commento:
Posta un commento