mercoledì, gennaio 12, 2011

Metafore esistenziali – parte 2

A volte mi piacerebbe fare proprio un bel reset di tutto.
Non potete capire quanto.
Cancellare tutto, tabula rasa, schaicciando con la punta della matita quel tastino minuscolo.
Oppure scrivere un bel    >>FORMAT C:

Un bel reset che debelli il virus che affligge il sistema operativo, che lo rende scemo e inefficiente da troppo tempo.
Un reset che però cancellerebbe tutti i dati e le cartelle.

Allora ti chiedi: cambia qualcosa a fare questo reset? Non è che un residuo, una minima traccia rimane lo stesso? E per colpa di quel reset globale hai buttato via tutto il resto?

Come ogni cosa sarebbe meglio prevenire che curare,quindi sarebbe stato meglio installare un bell’antivirus prima.
Ma col senno di poi non si va da nessuna parte. E rimane che il reset è una profonda ingiustizia.

Quindi si va avanti così, con qualcosa che va e con altro che non va, sperando che prima o poi, quel software afflitto da virus diventerà obsoleto e potrà essere finalmente sostituito con qualcosa di decisamente meglio.

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